Libellula

Giuliva, leggiadra, eterea bellezza

dall’aria sognante, silente avanza

nell’uggioso mattin colmo di brezza

sentendo il cielo a passo di danza;

 

e fonte ignara tanta tenerezza

che pervade l’aere di fragranza

e fa pensare ad una sua carezza.

Vicino a lei in ogni circostanza

 

sarebbe bello -sì- esser presente

quando serra le ciglia e s’addormenta

e poi, di colpo, si agita fremente

 

tanto atroce il dubbio la tormenta,

la serenità è perfino assente

e la stessa pace, haimè, la spaventa.

 

*n.d.a. :

Il sonetto

l’immagine del volo della libellula correlata al passo di danza di una ballerina, non è altro se non una sintesi omogenea di un “unicum” raffigurativo colto nell’attimo della sua espressione apicale (nelle quartine), che si pone in netto contrasto con lo stato d’animo struggente della seconda parte (nelle terzine), creando nell’antitesi umorale -simile al giorno ed alla notte- un intimo moto dell’animo comune a gran parte dell’essere umano.

L’autore

Martina Franca, 26 Dicembre 2020

Giuseppe Chiappetta Provenzano

 

Copyright© All rights reserved
Tutti i diritti sono riservati. Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.