Libellula
Giuliva, leggiadra, eterea bellezza
dall’aria sognante, silente avanza
nell’uggioso mattin colmo di brezza
sentendo il cielo a passo di danza;
e fonte ignara tanta tenerezza
che pervade l’aere di fragranza
e fa pensare ad una sua carezza.
Vicino a lei in ogni circostanza
sarebbe bello -sì- esser presente
quando serra le ciglia e s’addormenta
e poi, di colpo, si agita fremente
tanto atroce il dubbio la tormenta,
la serenità è perfino assente
e la stessa pace, haimè, la spaventa.
*n.d.a. :
Il sonetto
l’immagine del volo della libellula correlata al passo di danza di una ballerina, non è altro se non una sintesi omogenea di un “unicum” raffigurativo colto nell’attimo della sua espressione apicale (nelle quartine), che si pone in netto contrasto con lo stato d’animo struggente della seconda parte (nelle terzine), creando nell’antitesi umorale -simile al giorno ed alla notte- un intimo moto dell’animo comune a gran parte dell’essere umano.
L’autore
Martina Franca, 26 Dicembre 2020
Giuseppe Chiappetta Provenzano
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